Cos’è la depressione post-parto?
Nel manuale diagnostico di salute mentale 5 (DSM-5), esiste la diagnosi di disturbo depressivo maggiore con esordio nel peripartum.
È una diagnosi che viene posta quando si riscontra la presenza di almeno 5 sintomi contemporaneamente presenti, quasi ogni giorno, per almeno due settimane.
Almeno uno dei sintomi deve essere: umore depresso per la maggior parte del giorno oppure marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte o quasi tutte le attività per la maggior parte del giorno. Gli altri sintomi riguardano pensieri e sentimenti negativi, difficoltà a concentrarsi, difficoltà di sonno, agitazione o al contrario rallentamento psicomotorio, perdita di energia e cambiamenti nel peso (non dovuti a diete).
Statisticamente rispondono a questa diagnosi dall’8 al 12% di donne nel dopo parto.
Eppure tutte, o quasi tutte le donne, sperimentano umore depresso nel dopo parto.
È importante distinguere fra una diagnosi di disturbo depressivo maggiore nel peripartum (comunemente chiamata depressione post parto) e un transitorio umore depresso a cui spesso ci riferiamo quando parliamo con un’amica dicendo “sono depressa”.
Depressione è una parola italiana che indica un abbassamento durevole di livello: può essere una depressione atmosferica, depressione morfologica o anche depressione dell’umore.
L’abbassamento del tono dell’umore nel dopo parto è fisiologico
Ciò che viene ultimamente Baby blues avviene inevitabilmente. Vi è infatti un drastico cambiamento ormonale nelle ore successive al parto a cui si aggiunge la stanchezza fisica del travaglio e il dispendio energetico per produrre latte. (ti potrebbe interessare anche La donna dietro alla tetta)
La natura però non sbaglia: il tono dell’umore depresso serve per favorire tutti quei comportamenti che renderanno la ripresa migliore e più rapida. Se fossimo euforiche infatti, andremmo in giro saltellando e ballando spendendo ulteriori energie. Essendo invece più tristi e depresse, stiamo tranquille, magari accoccolate nel letto e questo ci permette di riposare.
È la stessa cosa che succede in inverno o nei giorni di ciclo mestruale: l’umore è basso e siamo portati a rintanarci in casa o sotto le coperte. Nel primo caso perché in natura c’è meno cibo ed è meglio spendere poche energie e proteggersi dal freddo; nel secondo caso perché il ciclo mestruale consuma molte energie ed abbiamo bisogno di recuperare le forze.
Questo significa che il baby blues, non solo è normale, ma è utile
Ci costringe a riposare per recuperare le energie necessarie ad affrontare i nuovi compiti come l’allattamento e l’accudimento del neonato.
Assecondare queste emozioni di ritiro, senza avere l’aspettativa di tornare agili e scattanti subito nei primi giorni è un’ottima strada da percorrere senza timori: torneranno i momenti di festa e frenesia.
Non sto suggerendo di fare da sole e non prendere in considerazione le emozioni negative, in quanto normali. Condividere con le persone a cui si vuole bene, cercare il sostegno degli altri è parte intrinseca delle emozioni che esistono negli esseri umani e altri animali proprio come mezzo di comunicazione.
In questo avete un grande insegnante accanto a voi: il vostro neonato esprime le sue frustrazioni e disagi con il pianto perché questo gli permetterà di ottenere la rassicurazione, il contatto, il calore e il cibo di cui ha bisogno.
Perciò riposatevi, accoccolatevi
ma anche parlate con il vostro compagno, confidatevi con un’amica, chiedete supporto ad un’ostetrica (sia all’ospedale che in consultorio sono disponibili anche se non siete state seguite precedentemente da loro).
Riposarsi e ritirarsi è sano, ma non isolatevi: la solitudine è un grande mostro che spesso fa visita alle neomamme e quello è molto pericoloso.
Voglio anche precisare che il sostegno professionale dello psicologo o psicoterapeuta non è da ricercare solo in casi disperati o quando la depressione è diventata patologica: avere un sostegno vuol dire far meno fatica, godersi di più il momento e prendere scelte consapevoli per non avere rimpianti in futuro.
Buone coccole
Dr.ssa Violetta Molteni
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