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Psicoterapia con la danza

In questo articolo vi voglio parlare della psicoterapia con l’aiuto della danza.

Immaginate una seduta di psicoterapia: cosa vedete? Forse due poltrone, un lettino, una scrivania.

Paziente e terapeuta sono fermi in una posizione che, a parte minimi spostamenti, non cambia.

La psicoterapia, però, è proprio l’emblema del cambiamento e della dinamicità.

Per fortuna oggigiorno, le forme che possono prendere le psicoterapie sono molto diverse fra loro.

Perciò vi chiedo di immaginare adesso uno spazio e una forma di psicoterapia che vi da benessere al solo pensiero. Com’è? Ci sono colori? Musica? Piante?

Proviamo ad approfondire la psicoterapia con la danza come mediatore artistico.

Perché la danza in psicoterapia?

Innanzitutto la danza è un canale comunicativo ed espressivo utilizzato dall’uomo fin dall’epoca preistorica. Il perché è presto detto: tutti hanno a disposizione lo strumento di questa arte espressiva, ossia il corpo.

Quindi la danza è un canale espressivo e comunicativo, ma è un canale speciale. È un canale che utilizza il corpo e non il pensiero. È un canale che spegne la razionalità e accende la creatività e l’emozione.

Emozioni e creatività sono due ingredienti fondamentali in psicoterapia: spesso infatti ci incartiamo in pensieri e spiegazioni che di fatto non portano a nessun cambiamento. Se la psicoterapia non porta ad un cambiamento, non è psicoterapia.

Un altro motivo per cui la danza è utile in terapia è di tipo energetico. Danzando si mettono in movimento le nostre energie che diventano pronte all’uso anziché essere energia che ci blocca in una posizione statica.

Le emozioni sono energia e se non vengono fatte fluire, significa che questa energia sta implodendo dentro. Ce ne possiamo accorgere dai muscoli perennemente contratti, dai disturbi della digestione, dal mal di testa. ” Ciò che non si esprime, si imprime nel corpo”

In effetti la psicoterapia dovrebbe sempre prendere in considerazione il corpo come parte imprescindibile della terapia. Il nostro corpo non è un taxi su cui siamo saliti per attraversare questa vita! Noi siamo il nostro corpo. Corpo e mente non sono in relazione fra loro: corpo e mente sono un tutt’uno, noi siamo corpomente.

Quando è utile la danza in psicoterapia?

Come chiarito prima, il corpo deve sempre essere preso in considerazione in psicoterapia.

Per citare alcuni esempi, la danza come mediatore artistico di una psicoterapia è utile per affrontare l’ansia, la depressione e i disturbi alimentari.

In particolare l’attivazione del corpo attraverso il movimento e la danza è utile in tutte quelle situazioni in cui manca il contatto con sé stessi e con le proprie emozioni. In altre parole, in tutte le situazioni in cui la parte razionale ha preso il sopravvento.

La danza in psicoterapia è utile per lavorare sull’autostima, sulle relazioni interpersonali e sulla consapevolezza di sé.

È utile per tutti quelli che vogliono ritrovare se stessi, scoprire lati sconosciuti di sé e intuire la propria incredibile potenzialità di essere al mondo.

Prendere contatto con le proprie emozioni è fondamentale: è proprio dalle nostre emozione che parte il processo psicoterapeutico.

Tornare ad abitare il proprio corpo è necessario per permettere alla saggezza organismica di tornare ad autoregolarsi e ritrovare il proprio benessere psicofisico.

Servono competenze tecniche?

Non serve assolutamente essere capaci di ballare. La danza non ci serve come performance bella o elegante: ci serve come strumento per incontrare noi stessi e per esprimerci attraverso il corpo.

In questo senso, tutto ciò di cui abbiamo bisogno è un corpo con le sue capacità, ma anche con i suoi limiti e difficoltà.

Lo scopo non è nemmeno di carattere sportivo, per cui ognuno può seguire il suo ritmo e scegliere liberamente l’intensità e la complessità che si sente in quel preciso momento.

Per chi è indicato?

La psicoterapia con la danza è molto versatile. È particolarmente gradita ai bambini che imparano, si relazionano e comunicano ancora moltissimo con il corpo. È un buon canale con i ragazzi il cui corpo è in piena trasformazione e se ne devono riappropriare ogni giorno. È un bel regalo per gli adulti, che spesso si perdono nella razionalità.

È una bellissima occasione in gravidanza per entrare in relazione con il proprio bambino e con il proprio corpo in continua trasformazione: aiuta ad acquisire sempre più consapevolezza dei propri muscoli, ma anche delle proprie emozioni per arrivare al parto e all’avventura che ne seguirà con più serenità e flessibilità.

Si può lavorare in individuale oppure in gruppo. È molto bello il lavoro con le coppie e le famiglie: la danza offre una scorciatoia per ritrovare l’armonia perduta o traballante.

“Dovremmo considerare perduto ogni giorno in cui non abbiamo ballato” (Nietzsche)

Dr.ssa Violetta Molteni

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Presto ricominceranno gli incontri di Danza Espressione per bambini: https://www.facebook.com/violettamolteni/videos/404447957121082

Nascere durante la pandemia

In questo periodo storico di pandemia, tutto sembra rallentare o addirittura fermarsi, ma ci sono cose che non si possono fermare perché la natura segue il suo corso nonostante le leggi.

Ci sono bambini dentro le pance che crescono e non sarà il nuovo dpcm a rallentare il loro percorso.

Quello che farà il nuovo dpcm sarà cambiare il modo in cui le strutture e la società accoglierà queste nuove mamme e questi neonati.

Tamponi durante il travaglio per poter accedere in ospedale, limitazioni per l’accesso dei papà, mamme sole nei primissimo giorni di quest’avventura.

Tempi davvero duri, che richiedono mamme leonesse e per fortuna è proprio così che sono tutte le mamme, anche se non lo sanno ancora.

È già stato coniato il  nuovo termine “Coronababy”, perché, si sa, ci piace dare nomi alle cose, come se potesse servire a controllarle. Perlomeno serve a dare evidenza al periodo prenatale a cui solitamente non viene data molta importanza, come se il bambino nascesse solo con il parto. Lo stress o la serenità che accompagna la mamma durante la gravidanza influisce sul feto, come influisce nelle relazioni con i bambini già nati. Questo non deve spaventare la mamma, ma essere di stimolo per occuparsi di più di se stessa. Il papà non si senta escluso durante la gravidanza: anche l’umore del papà influisce sullo sviluppo del bambino quando è ancora dentro alla pancia.

Proprio perché il benessere psicologico non è per niente irrilevante, tengo molto che in questo momento così delicato, le mamme non siano lasciate da sole proprio ora che più che mai hanno bisogno di presenza e di essere aiutate a contattare la mamma leonessa che è in loro.

Se i corsi preparto di gruppo non si possono fare in presenza, se i padri non possono restare in ospedale insieme alle mamme per questo inizio speciale e burrascoso, se gli incontri fra mamme nel dopo parto di nuovo sono latitanti per ridurre le occasioni di contagio, allora che fare?

Il gruppo è indubbiamente una grande fonte di sostegno nel pre e soprattutto nel post parto, ma anche la mamma e la coppia può costruire e riscoprire degli strumenti importanti.

Per questo ho pensato di organizzare degli incontri individuali o di coppia, per arrivare al parto con lo spirito giusto e senza nodi che verrebbero al pettine all’ultimo. Parlo di incontri individuali perché nell’organizzazione spesso è più facile che sia presente solo la mamma, ma il papà è una parte fondamentale nella nascita di un bambino e non soltanto un osservatore esterno, per questo è di fondamentale importanza la sua presenza durante gli incontri.

L’aspetto psicologico di mamma e papà, infatti, viene sempre trascurato, ma è un elemento fondamentale che non solo influisce sullo sviluppo del bambino dentro la pancia, ma addirittura può cambiare di molto lo svolgersi del travaglio e parto.

Chi ben comincia, è già a metà dell’opera: una buona esperienza di parto, agevola la relazione fra madre e bambino rendendo i compiti di accudimento molto più naturali e semplici ed è per la coppia che l’ha condivisa un’esperienza che unisce e rafforza il legame.

E se il parto non è stata un’esperienza idilliaca? Di certo è doloroso, ma non è irrimediabile: è solo l’inizio di una lunga storia in cui le variabili sono infinite così come le occasioni per riparare e ricominciare.

E visto che gli incontri di gruppo sono possibili solo online, inizieremo con degli incontri in presenza individuali e di coppia anche nel dopo parto per rielaborare, se si vuole, il parto, ma soprattutto per costruire insieme un percorso positivo per la nuova famiglia affrontando i vari temi caldi e caldissimi del dopo parto e scoprire il proprio modo di essere genitori.

Oggi più che mai dobbiamo prenderci cura di noi stessi.

Oggi più che mai papà devi prenderti cura di te stesso, perché sei la spalla su cui poggia la mamma e il vostro bambino.

Oggi più che mai mamma devi prenderti cura di te stessa, perché solo se stai bene tu starà bene anche il tuo bambino.

Fate delle difficoltà, un’occasione.

Dr.ssa Violetta Molteni

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