Cos’è la Sindrome da Burnout?
Ho deciso di scrivere questo articolo sulla Sindrome da burnout, perché nonostante sia un concetto ormai conosciuto ed entrato nel linguaggio comune, in realtà pochi sanno quali sono i segnali che caratterizzano il burnout.
Spesso, proprio a causa della mancata conoscenza dei primi segni, ci si rende conto di essersi “bruciati” quando ormai è troppo tardi.
Infatti burnout non significa soltanto “bruciato” (che in inglese si traduce con “burnt”).
Burn-out significa “bruciato del tutto”, non rimane altro materiale da bruciare.
Per definizione, la sindrome da burnout può riferirsi esclusivamente alla sfera professionale, non alla sfera privata.
Inizialmente era associata alle professioni di aiuto, cioè quelle professioni in cui ci si prende cura dell’altro (medici, infermieri, psicologi, operatori sociali).
In seguito è stata estesa a tutte le professioni che hanno a che fare con le persone, anche se le professioni d’aiuto restano le più colpite.
Come riconoscere i sintomi da Burnout?
l’ICD-11 descrive la Sindrome da Burnout attraverso tre criteri:
- sentimenti di esaurimento o esaurimento energetico (che in parole povere significa sentire di non avere più energie, sentirsi stanchi nel senso ampio del termine)
- essere di staccati, cinici e negativi nei confronti del proprio lavoro
- essere meno efficaci in ambito professionale (“efficacia” secondo il vocabolario Treccani significa produrre pienamente l’effetto richiesto o desiderato, cioè fare quello che si intende fare)
Non stiamo parlando quindi di sintomi eclatanti come insonnia persistente, attacchi di panico o sintomi somatici, anche se questi sintomi in alcuni casi possono comparire.
Parliamo di cose apparentemente normali come sentirsi stanchi, essere cinici, non essere coinvolti dal proprio lavoro.
In termini pratici si può evidenziare attraverso alcuni atteggiamenti come non aver voglia di andare a lavorare, essere freddi o comunque avere difficoltà relazionali con i colleghi o gli utenti, essere insofferenti per i turni di lavoro, essere nervosi, avere difficoltà di concentrazione e di memoria.
Quali possono essere le conseguenze della Sindrome da Burnout?
La Sindrome da Burnout si può ripercuote in ambito privato e famigliare. Una persona non soddisfatta del proprio lavoro, frustrata ed esaurita porta con se questo stato d’animo anche una volta uscita dal posto di lavoro.
In ambito lavorativo i rischi più grandi riguardano l’utenza: se pensiamo che questa sindrome colpisce soprattutto le professioni di cura, capiamo bene quanto è pericoloso. Essere cinici e distaccati quando dobbiamo prenderci cura di una persona che sta male, significa aggiungere dolore ad una persona a cui dovremmo alleviarlo. Una persona che probabilmente non può difendersi o proteggersi.
Quindi cosa fare?
Innanzitutto è fondamentale prendersi il tempo per ascoltarsi.
Prendetevi del tempo per ascoltare le vostre emozioni.
Credete a voi stessi e a ciò che provate senza banalizzare o giudicarvi con frasi come “il solito scansafatiche” o “nessuno ha voglia di andare a lavorare”.
Fermatevi ad ascoltarvi, anziché tentare di tener duro.
Prendetevi uno spazio per fare il punto della situazione al primo calore, senza aspettare di essere burn-out.
Parlatene con i colleghi e con i superiori.
Spesso, infatti, il problema della Sindrome da Burn-out non è una difficoltà del singolo, ma è un problema che coinvolge tutta l’organizzazione lavorativa.
La condivisione può svelare difficoltà o malumori di altri colleghi, permettendo di scoprire di non essere soli.
Allo stesso tempo il confronto è un’occasione per evidenziare le criticità intrinseche del lavoro e ripensare il modo di organizzare e gestire il lavoro.
Ascoltarsi
Aver fiducia in ciò che si prova
Condividere
E avere il coraggio di chiedere aiuto
Non è una colpa provare quello che si prova, fare fatica o arrivare a essere burn-out.
E’ una responsabilità scegliere cosa fare con ciò che si prova.
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